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Fedeltà del Suono - No.111 - 2004 - Italy


L'AGO NEL PAGLIAIO

Non capita spesso di ritrovare un ago perso nel... pagliaio, appunto. Cosa significa? Significa che ci sono prodotti che, nascosti nella massa dei più "emergenti", non vengono considerati meritevoli di attenzione speciale. In genere si tratta di componenti un po' particolari, dalla tecnologia contro corrente, che alla fine qualcuno di noi scopre e si rivelano talmente validi da non poter fare a meno di recensirli.

DUEVEL “Bella Luna”

Il diffusore che... non c’è

di Bruno Fazzini
È solitamente un'espressione che si usa per i mini o i midi-diffusori, in quanto le piccole dimensioni generali, la ridotta sezione del frontale, i trasduttori di minimo diametro e posizionati con i centri di emissione vicini tendono a far sì che le casse acustiche "spariscano" virtualmente, con grandi benefici per tutta la riproduzione, in particolare per la ricostruzione della scena acustica. Con le Duevel siamo in presenza di una situazione assai rara, forse unica, poiché gli stessi straordinari risultati pratici appena descritti, anzi di più, sono stati raggiunti da tali generosi diffusori da pavimento con un mid-woofer di grandi dimensioni e una potente tromba circolare, entrambi disposti orizzontalmente, così che l'emissione sia omnidirezionale e costante su 360 gradi.
Feci la loro effettiva conoscenza per la prima volta durante la mostra tedesca Hi-End 2003 di Francoforte. Mi colpirono subito per il modo anticonvenzionale, o forse semplicemente naturale, di riproporre l'evento musicale; una maniera diversa dal solito e certamente affascinante. Ricordo che già allora la cosa che attirò di più la mia attenzione fu la possibilità di ascoltare con una certa libertà di posizione senza rinunciare al fluire musicale o notare degradamenti nella struttura della scena acustica, o perdere preziose informazioni sonore. Non incontrai, purtroppo, il progettista, Markus Duevel, con il quale avrei scambiato volentieri qualche opinione. Continuando il giro della mostra, andando nella sala dell'ing. Dusan Klimo, ritrovai le Bella Luna: il progettista delle famose elettroniche valvolari mi disse che quelle casse acustiche le aveva scelte perché, oltre a ritenerle estremamente naturali e musicali, le considerava ideali per l'accoppiamento con le sue amplificazioni, anche quelle da pochi watt. Soltanto a mostra conclusa seppi che quei diffusori conquistarono, nell'edizione precedente, il Best Of Show Award, ma pensai che, in una mostra tedesca, non si poteva non premiare un prodotto nazionale...
E pensai male fino a quando, il mese scorso, andai con il nostro direttore a Caserta, dall'importatore italiano delle Duevel, al secolo Franco Scauzillo del famoso negozio Audio Corner, per ritirare personalmente queste particolari casse acustiche e portarle, per una prova d'ascolto, nella nostra sala prove del centro Italia. Per tutto il viaggio G.M.B. non ha fatto altro che parlarmi di un prodotto simile come impostazione tecnologica, che sarà rimasto solo nel ricordo degli audiofili dai capelli bianchi, essendo sul mercato in più modelli e dimensioni negli anni Settanta. Diceva che erano costruite magistralmente, di forma cilindrica ed estetica inusitata
ed erano italiane, anzi toscane: il marchio era Decibel, nientemeno di proprietà del dr. Folonari (quello del vino) che, per passione nella riproduzione musicale, aveva messo su un sofisticato laboratorio di ricerche diretto dall'insigne fisico prof. Cesati. Il direttore decantava la fluidità e piacevolezza di emissione del sistema ma mi metteva in guardia su alcuni limiti, in particolare sulla scarsa nettezza e velocità di certi suoni, sulla manifesta colorazione timbrica etc. etc.

Descrizione
Insomma, mi aveva impresso nella mente un bel pacchetto di pregiudizi sulla specie e ora dubitavo delle Duevel. Invece, posizionarle, collegarle, ascoltarle con gli altri riferimenti della nostra catena d'ascolto ed innamorarsene è stato un attimo.
Esteticamente "diverse" e piuttosto fuori dai soliti canoni a cui siamo abituati, le Bella Luna colpiscono per la loro originalità. Il mobile che racchiude il volume del woofer è a pianta quadrata e si sviluppa in altezza per un'ottantina di centimetri; internamente lo spazio è parzialmente occupato da alcuni setti e da pannelli assorbenti posizionati lungo l'asse maggiore del cabinet. L'accordo reflex dell'altoparlante deputato alla riproduzione delle basse (e medie) frequenze è situato in posizione basale, sottoforma di fessure per ogni angolo del mobile. Nella zona inferiore sono alloggiati i morsetti per i cavi di potenza; robusti e ben distanziati tra loro, consentono di procedere nei collegamenti con una certa agilità. Nella parte superiore la cosa più caratterizzante: una doppia struttura conico-esponenziale in legno multistrati (una per il woofer e una per il tweeter), con in cima il magnete del driver per gli alti, completa la struttura della cassa acustica. Certo, bisogna un po' abituarsi ad avere in casa oggetti così anticonvenzionali e, nonostante la finitura sia assolutamente impeccabile (quella in prova denominata diamante è in vera radica), forse non si rag-
giungono i bellissimi canoni estetici e il livello di eleganza formale che può offrire, ad esempio, una coppia di Sonus Faber da pavimento. D'altronde si sa che l'Italian style, anche in questo campo, è difficilmente raggiungibile. In fatto di tecnologia però, questi diffusori tedeschi sono qualche cosa di unico e geniale nella loro semplicità progettuale (non posso, a questo proposito, non ricordare i risultati sonici di un altro interessante progetto tedesco, quello dei diffusori GAS che, per noi della redazione, sono stati a lungo e sono tuttora un riferimento). Il woofer e il tweeter emettono verticalmente e in opposizione tra loro, coadiuvati nella dispersione risultante (a 360 gradi), ognuno da un cono ligneo posto davanti al trasduttore che ne determina anche l'omnidirezionalità, oltre a creare, di fatto, un sistema a tromba. Risultato: le casse spariscono e la scena acustica è forse quella con la più naturale, ampia, concreta e amalgamata struttura che io abbia mai ascoltato. Ma la vera rivoluzione operata dalle Duevel sta, secondo me, nel non costringere più l'appassionato in un'unica posizione d'ascolto al vertice del triangolo costituito da diffusori e ascoltatore; con queste casse non si ha più una stretta finestra d'ascolto a disposizione, ma un ampio balcone sul quale possono stare più ascoltatori godendo tutti, in misura simile, della stessa magia sonora riprodotta. Attenzione: qui non stiamo parlando di "dipoli", che si caratterizzano per il segnale posteriore emesso in opposizione di fase, ma di "omnidirezionali"). In conclusione di questa breve introduzione, nella quale già si capisce di che spessore è il prodotto che andremo a testare, abbiamo deciso che, in forza degli innegabili pregi riscontrati, le Bella Luna saranno da ora in avanti uno dei nostri riferimenti per le future prove d'ascolto. Un po' di tecnica Nella comune posizione d'ascolto a cui siamo abituati con i diffusori convenzionali, cioè quelli ad emissione solo anteriore, basta spostare un poco la testa per compromettere la struttura della scena acustica. Infatti, un importante costruttore di diffusori elettrostatici come Martin Logan, costruisce i pannelli per la riproduzione delle frequenze medio-alte non di forma piana ma curva, così da tendere ad aumentare la dispersione sonora verso una finestra anteriore orizzontale che sia la più ampia possibile. Naturalmente ci sono vari modi di creare un diffusore ad emissione multi o omnidirezionale. Ad esempio, un altro famoso costruttore tedesco, MBL, su alcuni modelli top di gamma adotta, per la via alta e media, un sistema particolare con emissione a 360 gradi. Secondo alcuni critici sembra che una situazione del genere, nella quale i trasduttori producono una dispersione sul piano orizzontale, possa presentare alcune difficoltà, mentre non sembrerebbero esserci problemi se gli stessi altoparlanti
Si osserva la struttura superiore. In primo piano il potente driver del tweeter a tromba, sotto la struttura della stessa, circolare di legno, e sotto il diffusore sempre in legno multistrati del mid-woofer.
sono posti a lavorare su un pannello piano verticale. In quest'ultimo caso la dispersione non sarà più di tipo omnidirezionale bensì dipolare (vedi Ultrasound e Relco Audio in prova su questo stesso numero). A proposito di MBL, la caratteristica di presentare un'impedenza di 4 ohm unita ad una sensibilità di soli 81 dB implica, per il pilotaggio, l'utilizzo di finali piuttosto "robusti", quasi dedicati. Personalmente devo dire che ho ascoltato le MBL in più di una manifestazione fieristica, ultimamente presso il nuovo auditorio romano progettato da Renzo Piano, pilotate dai finali della stessa casa, ed il risultato mi è sempre sembrato rilevante. Obiettivamente però, i 6 ohm d'impedenza ed i 91 dB di sensibilità delle Bella Luna, mettono l'utente al riparo da diversi dubbi sulla scelta dei partner. La straordinarietà del risultato sta, secondo me, nella semplicità del progetto e, di conseguenza, nella semplicità costruttiva. Il mid-tweeter è corredato da una tromba anteriore ed è rivolto verso il basso; poi, grazie ad un cono sagomato posto davanti alla tromba, questo trasduttore fornisce la dispersione costante a 360 gradi. Il mid-woofer emette invece verso l'alto e, ad opera di un altro cono anteriore, garantisce anch'esso una dispersione ad angolo giro anche per le medie frequenze. Insomma, siamo di fronte ad un due vie da pavimento con emissione omnidirezionale, che presenta un facile carico d'impedenza, una buona efficienza complessiva e, infine, una risposta in frequenza che va da 40 Hz a 20 kHz. Il tweeter, a compressione, è un componente a cupola da ben 38 mm che nella struttura della membrana fa uso di carbonio. Lo stesso materiale, in fibre, è utilizzato per il woofer, che ha il cono da 22 cm
omnidirectional horn omnidirectional horn soundway of the mid-high frequencies cabinet woofer cone voice coil woofer magnet spider tweeter tweeter magnet phase plug pole plate diaphragm
perfettamente. Per essere diffusori con emissione circolare sembrerebbero i secondi che abbiamo mai incontrato (dopo le inavvicinabili MBL...) che forniscono oltre alla ampiezza inusitata della scena anche precisione e coerenza nel ricostruire il punto di emissione originale ove è posto lo strumentista. Non solo, ma anche sufficienti dettagli sonori. La timbrica ha, come maggior pregio, quello di una decisa omogeneità su tutto il range di frequenza. Le medie sono stupende per fascino armonico; rotonde e precise riproducono le voci sia maschili che femminili in modo impeccabile e con grande disinvoltura. Ascoltare e riascoltare dischi noti, usati spesso per i test, è stato un piacere perché, nonostante la conoscenza approfondita degli artisti, il coinvolgimento emotivo è stato sempre vivissimo. Le viole ed i violoncelli nei quartetti per archi, il sax tenore e il clarinetto nei trii jazz, la chitarra acustica e classica vengono riproposti in maniera così naturale da stupire anche un addetto ai lavori come me, non troppo avvezzo ai facili entusiasmi. La parte alta della gamma audio è come seta pura. Mai un'asprezza o un indurimento nemmeno nei passaggi più critici e difficili della riproduzione. La delicatezza unita alla precisione dei dettagli senza esagerati contrastati timbrici, la raffinatezza sonica senza la radiografante introspezione, la musicalità senza la fatica d'ascolto, sono le principali caratteristiche riscontrate. Gli appassionati dell'iperdefinizione, dell'iperdettaglio e dei chiaroscuri forti sono avvertiti: questi diffusori non sono per loro. Per chi invece ama l'intimità della musica o, se preferite, l'intima essenza della riproduzione sonora, chi ama ascoltare ore, giorni, anni, senza provare stanchezza grazie alle tinte pastellate della timbrica vellutata prodotta da questo tweeter, allora troverà in questi diffusori i partner ideali. Sia chiaro, la precisione dei dettagli c'è tutta, solo che questi ultimi non vengono sottolineati o accentuati senza motivo. La gamma bassa, omogenea e ben collegata a quella immediatamente superiore è profonda, grande, articolata e ricchissima. Personalmente l'avrei preferita leggermente più asciutta, ma questa è una considerazione dettata dal mio gusto e non vuol dire che la generosità del basso conduca a poca precisione. Tutt'altro, non si è verificata durante le prove d'ascolto alcuna incertezza seriamente criticabile. Diciamo che forse l'unica accortezza da avere è quella di una collocazione in un ambiente che non sia privo di controllo; non serve un trattamento acustico professionale come quello che abbiamo noi in saletta, però i soliti tappeti, divani, tende e librerie saranno certamente utili al buon risultato finale. Guai ad avere grosse risonanze fondamentali. Un piccolo intervento che ho operato per andare nella direzione di un più rigoroso controllo della parte bassa è stato quello di porre sotto le casse dei supporti accoppianti. La ditta costruttrice fornisce, come optional, dei piedini rigidi
Qui si vede molto bene la tecnica di emissione a 360 gradi degli acuti (frecce blu) e dei medi (frecce rosse). I bassi sono emessi omnidirezionalmente per loro stesso attributo fisico e hanno un rinforzo attraverso le uscite reflex verso il pavimento. Il tutto avviene - e ciò ci risulta straordinario - senza perdite di coerenza sonora.
e adotta una sospensione in tela trattata. La fibra di carbonio utilizzata per entrambi i driver assicura un'elevata rigidità strutturale unita ad una bassa massa; questo conferisce una notevole agilità ai due componenti e, di conseguenza, una bassa distorsione grazie alla "controllabilità" del movimento. Il crossover presenta una costruzione minimalista, di tipo "audiophile", che produce un'uscita con un'alta linearità di fase. Il cabinet risulta estremamente rigido e ben rinforzato. L'impianto utilizzato per la prova I componenti sono i soliti noti, divenuti ormai il riferimento nella nostra sala prove: sorgente digitale due telai North Star 192; sorgente analogica The Well Tempered Classic con fonorivelatore Benz Glider; pre e due finali mono Norma top di gamma; diffusori M. Acoustics Eclipse ad emissione dipolare; cavi di alimentazione, segnale e potenza Neutral Cable; tavolini Omicron; trattamento acustico della sala d'ascolto ad opera dei DAAD di Acustica Applicata. Analisi d'ascolto Va detto: questi diffusori mi sono proprio piaciuti. Chi mi conosce sa della mia predilezione per i seri due vie da pavimento, poiché essi hanno una estensione in basso maggiore di quella che può offrire un minidiffusore o un bookshelf da supporto, ma non sono critici nella gestione delle basse frequenze come certi tre vie costituiti da driver e litraggi di ben altre dimensioni; inoltre, rispetto a questi ultimi, solitamente hanno un crossover semplificato e offrono buona coerenza. Riguardo l'ingombro in ambiente, poi, occupano meno spazio dei grandi tre vie, ma lo stesso di quello di un "midi" su stand. Insomma, trovo che il due vie da pavimento sia un diffusore teoricamente molto equilibrato. Se poi una tale tipologia costruttiva produce, come nel caso delle Bella Luna, strumenti per la riproduzione sonora facili da pilotare, con una rassicurante efficienza e con la dote straordinaria di sparire in virtù di una emissione di tipo omnidirezionale, seppure precisa, e che si approssima a quella di una sorgente puntiforme, allora siamo in presenza di casse acustiche che meritano una grandissima considerazione. Quanto sopra sembra una contraddizione in termini, eppure all'ascolto pratico si verifica
costituiti da due cerchi metallici con una sfera centrale in acciaio; io ho usato i piedini Magic Dream della Omicron che abbiamo di recente posto nel Club di FdS ed il risultato è stato molto positivo. Detto questo, la riproduzione delle percussioni e del contrabbasso, dell'organo e delle ottave basse del pianoforte, sono state di un impatto e, di conseguenza, di un coinvolgimento sconcertante. La trasparenza è di quelle che, al primo ascolto, non sconvolgono, anche perché il confronto effettuato con la trasparenza fornita dal mid-tweeter di Heil usato come riferimento è difficile da battere. È invece una trasparenza diversa, fatta di discrezione e raffinatezza, di dettagliata ariosità, di accurata presenza. Insomma, sembra di stare in platea... Incrociando i confronti, ho notato una grande classe da parte delle Bella Luna; è come se questi diffusori non dovessero dimostrare niente, avendo in sé già tutto. Eleganti nell'offrire ogni sfumatura e ogni dettaglio sonoro, con la loro modalità discreta di riproporre i particolari, queste casse acustiche sono, per tale parametro, un po' fuori dal comune, e per questo mi piacciono. Grande merito dunque al potente tweeter in carbonio con cupola di grosso diametro; è questa una scelta tecnica che apprezzo particolarmente in forza dei risultati sonici appena descritti. Non arrivano alla trasparente ariosità del riferimento che per questo parametro forse è imbattibile ma, come detto, quello dei diffusori in prova è un modo diverso di riproporre la trasparenza che, alla fine, secondo me risulta vincente grazie ad una omogeneità di risultato su tutta la gamma audio, anche su quella riprodotta dal woofer. Quello della dinamica è stato un altro parametro esemplare e non poteva essere altrimenti, vista la fisiologica costituzione delle Bella Luna. Woofer e tweeter a tromba con 91 dB di sensibilità non potevano che portare ad una dinamica elevata. Voglio qui fare un piccolo inciso riguardo i diffusori a tromba. Ne ho ascoltati di tanti tipi, sia durante le manifestazioni fieristiche che a casa di appassionati. Senza fare nomi o confronti che potrebbero risultare inopportuni, dirò solo che quelle che ho avuto modo di sentire suonavano tutte come "diffusori a tromba", indipendentemente dal materiale usato davanti ai driver: suono monitor, piuttosto proiettato in avanti, molto protagonista e poco introspettivo. Le ho ascoltate fatte di metallo, plexiglas e vetro, ma potete immaginare la durezza della timbrica; le ho ascoltate fatte o rivestite di sughero corrugato, e potete immaginare anche qui la timbrica che andava nella direzione opposta; le ho ascoltate in plastica e le ho ascoltate in legno; queste ultime sono quelle che mi sono piaciute di più, ma non ho mai ascoltato dei diffusori con tromba in legno sui due trasduttori che riproducessero l'evento musicale con tale naturalezza come negli oggetti in prova. Per lo meno in ambienti normali di tipo domestico ed a distanze consuete. La dinamica
Morsetti di collegamento veramente ben dimensionati e comodi da stringere a mano; funzionano anche con le banane standard ma non è consentito il bi-wiring.
è snella, anzi molto snella, vivace e disinvolta. Libero da costrizioni il segnale scorre lesto e sciolto, vivace e naturale, con la stessa spigliatezza della musica dal vivo. La macrodinamica manco a dirlo è stupenda ma, finalmente, siamo in presenza di un diffusore in cui anche la microdinamica è all'altezza della situazione, caso questo che mi è capitato di riscontrare assai raramente. Della ricostruzione della scena acustica non sarebbe neanche il caso di parlare. Lo avrete capito dal titolo: quale miglior complimento si può fare ad un diffusore se non quello di dire che... non c'è? Attenzione che i diffusori usati come riferimento sono dei veri campioni in fatto di ricostruzione scenica, il tweeter AMT è difficilmente battibile; il fatto è, ancora una volta, che con le Bella Luna la scena è di una bellezza naturale, come dire, meno costruita, più vera nella sua assoluta semplicità. Se si ha l'accortezza di rispettare le indicazioni del costruttore che suggerisce circa un metro di aria lateralmente e un po' più di un metro dietro, allora i diffusori spariscono proprio e quella ricreata è una meravigliosa ricostruzione scenica in tre dimensioni. Qui non si parla più, come siamo soliti fare, di scena sviluppata in larghezza e profondità; con queste casse tedesche si guadagna una volumetria finora sconosciuta: la sorgente emettente scompare e l'evento musicale, come dal vivo, ha i contorni fisici degli esecutori, che non sono certo in due sole dimensioni. Siamo di fronte a diffusori omnidirezionali, dunque ad un modo nuovo e diverso di riproporre l'evento musicale. Chi è abituato ad ascoltare con casse acustiche tradizionali potrà rimanere sbalordito; chi invece normalmente ascolta con
casse ad emissione dipolare, come il sottoscritto, sarà meno colpito ma ugualmente impressionato. È inutile che descriva lo sviluppo e la grandezza del mio coro preferito, la magica struttura del trio di Jarret o l'entusiasmante focalizzazione della voce di De Andrè e Mina; non serve che illustri la tridimensionalità del clavicembalo che esegue le Variazioni Goldberg o la millimetrica precisione che gli Weavers hanno sul palco. La ricostruzione della scena acustica ricreata dalle Bella Luna è unica e straordinaria. Conclusioni Questi diffusori necessitano, ai nostri occhi, di un po' d'abitudine poiché escono decisamente dai canoni estetici a cui siamo abituati; ottimamente costruiti e con la possibilità di scegliere tra differenti finiture, gli oggetti della nostra prova risultano essere fuori dal comune. Lo sono non solo dal punto di vista stilistico ma, anche e soprattutto, da quello progettuale, realizzativo e dei risultati raggiunti. Il prezzo d'acquisto è da ritenersi addirittura contenuto in forza dell'alto livello dei parametri sonici offerti. Il loro punto di forza è certamente quello dell'omnidirezionalità di emissione sonora, che porta ad una ricostruzione scenica da primato. Esistono pochissime altre casse acustiche che possono vantare un'emissione coerente e corretta a 360 gradi. Inoltre, tra quelle esistenti credo che nessun'altra fornisca anche un facile carico d'impedenza e una efficienza medio-alta che non fa preoccupare dell'impiego dell'amplificazione che già si ha. Di questa caratteristica beneficia la dinamica, vivace e snellissima. Infine la timbrica è un altro parametro di tutto rispetto: l'omogeneità di risposta sull'intera gamma di frequenza e la setosità che le Bella Luna hanno mostrato nel riproporre l'evento musicale, le collocano fra i prodotti hi-end "top", nonostante la cifra necessaria per entrarne in possesso non sia di quelle che scoraggiano totalmente anche l'appassionato evoluto. Le uniche accortezze da avere riguardano lo spazio da lasciare intorno ai diffusori e il necessario accoppiamento tra le casse e il pavimento ad opera di semplici strutture rigide, in modo da controllare al meglio la gamma bassa un tantino rigogliosa. Particolarmente azzeccata si è rivelata la sinergia con elettroniche dalla grande raffinatezza e neutralità timbrica come quelle da noi usate, ma credo che anche con dei buoni valvolari di media potenza le Bella Luna saranno a loro agio; riguardo i cavi suggerirei quelli dall'impostazione asciutta, controllata e neutra. Il suono complessivo è veramente affascinante e, ora che lo ho profondamente compreso, posso dire che il Best Of Show Award dell'edizione 2002 di Francoforte Hi-End è stato del tutto meritato. Se vi capita di ascoltarle, fatemi sapere cosa ne pensate.

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